Le Ragazze di San Frediano | La famiglia Bellelli
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La famiglia Bellelli

All’interno di una #casa fiorentina, per alcuni anni, ha abitato anche il pittore francese Edgar Degas.
L’artista, ventiduenne, aveva ritenuto che, per completare la sua formazione, un passaggio in Italia fosse necessario.
Si era fatto ospitare dalla zia paterna, Laure Degas, sposata col barone Bellelli, avvocato e uomo politico napoletano con idee liberali, entusiasta sostenitore di Cavour e, per tale ragione, esiliato a Firenze dal governo borbonico.

Nonostante la freschezza dell’azzurro della carta da parati sul fondo, forse richiamo del cielo limpido della Toscana, e del bianco dei grembiuli delle due bambine, l’atmosfera generale è cupa e opprimente.

Nella cornice dorata appesa al muro, c’è il ritratto a sanguigna del defunto Hilare Degas, padre della baronessa, che infatti porta il lutto, nel suo lungo abito nero.
Laure, con un gesto protettivo, forse possessivo, attira a sé la figlia maggiore, ma il suo sguardo è già altrove, perso in pensieri foschi, nel suo dramma silenzioso e profondo, che la rende lontana a qualunque contatto col mondo circostante.
Nelle numerose lettere che si scambiava col pittore, Laure parlava molto esplicitamente della sua esasperazione nei confronti del marito, uomo dal carattere “detestabile”, verso cui nutriva un’ostilità e un’insofferenza così radicate da trasparire, palpabili, anche nel ritratto fattole dal nipote.

Gennaro Bellelli ci dà le spalle, intento nei suoi affari, da cui distoglie per un momento lo sguardo, per seguire quello della figlia Giulia, vera protagonista della scena.

Se la sorella maggiore, sotto l’ala incombente della madre, sembra già permeata dell’aria pesante che si respira nella stanza, la minore, al centro del dipinto, sembra ancora capace di sfuggirle. Seduta scomposta, con la gamba sinistra piegata sulla sedia, punta le mani sui fianchi, come se stesse accennando un passo di danza. E in questo clima di calma inquieta, segue con gli occhi l’unico elemento che le indica una via di fuga: un piccolo cane, nell’angolo destro del quadro, già saltato fuori dalla cornice, per metà.

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